Skyrace, running a due passi dal cielo

 

Skyrace, running a due passi dal cielo

Oltre la maratona c’è la skyrace: una gara podistica in alta montagna, ma soprattutto una sfida con sé stessi. Emozionante, coinvolgente e un’irripetibile immersione nella natura.

Skyrace, il running in alta montagna

Le skyrace sono corse che si svolgono in alta montagna su percorsi come sentieri, morene, rocce e neve – dove il terreno asfaltato deve essere inferiore al 15% dell’intero percorso – a quote sopra i 1500-2000 metri e che possono arrivare anche oltre i 3000 metri.

La pratica di questo sport (chiamato sky running) è in forte crescita nonostante possa essere considerata una delle specialità sportive tra le più faticose, tuttavia la soddisfazione di chi riesce a concluderla è altamente soddisfaciente e gratificante.

Le più importanti in Italia sono la Resegup Skyrace, la Veia Skyrace, la Dolomites Skyrace e la Kima : tutte le informazioni sulle varie categorie di sky running e sui calendari si possono trovare sul sito di Sky running Italia. Abbiamo fatto una chiacchierata con Cesare Mauri, programmatore informatico con la passione per questa disciplina.

Come si arriva a fare una skyrace

La gran parte dei partecipanti sono atleti che hanno già corso alcune maratone e sono alla ricerca di nuove emozioni e stimoli. In fondo il gesto tecnico è lo stesso, ma cambia completamente l’approccio e le emozioni che scatenano.

Quali sono le particolarità di una skyrace?

La cosa principale è il contatto diretto con la natura. E poi si corre in un contesto completamente sconosciuto: nella maratona si può studiare il percorso a tavolino, controllando quando ci sono le salite, le discese e i ristori, mentre nella skyrace si parte per il proprio viaggio e si va. A volte si percorre chilometri e chilometri da soli, senza vedere nessuno in mezzo a boschi o a pendii. A volte è straniante, ma bellissimo.

Quanto sono le lunghe le skyrace

Dipende dal tipo di gara. Le skyrace variano dai 20 ai 50 km e durano mediamente dalle 3 alle 6 ore: di regola il percorso deve salire sopra 2000 m sul livello del mare, ma nei paesi più bassi si ammette l’alternativa di una pendenza media minima del 13%.

C’è bisogno di un’attrezzatura di sussistenza minima

Tipicamente quello che bisogna sempre avere con sé è un telo termico che permette di ripararsi o dal caldo o dal freddo in caso di malore o di lunga sosta. Poi, almeno mezzo litro d’acqua, una barretta energetica e un fischietto che ti permette di avvertire gli altri concorrenti in caso si cada in un burrone o in qualche percorso accidentato: per i concorrenti è un obbligo abbandonare la propria gara ed andare a prestare soccorso in caso ci sia un atleta in difficoltà.

Capacità e le caratteristiche che deve avere un partecipante di una skyrace

È evidente che è necessaria e indispensabile una forte base di preparazione fisica. Ma secondo me la cosa più difficile è l‘aspetto mentale: spesso la “crisi” arriva a poche chilometri dall’arrivo e ti blocca le gambe: a me è accaduto, ed è stato un’atleta in difficoltà a cui ho successivamente prestato soccorso a darmi la forza psicologica di andare avanti e finire la skyrace. Non importa in quale posizione arrivi, l’importante è arrivare insieme agli altri atleti.