Il forest bathing per una vita sana

 

Il forest bathing per una vita sana

Non c’è nessun buon proposito per il nuovo anno che non venga inaugurato con un rituale. Per chi intende consacrare il 2017 alla vita sana, c’è la pratica giapponese del “forest bathing” ovvero “essere in presenza di alberi” per ridurre lo stress e aumentare le difese immunitarie.

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Non c’è nessun buon proposito per il nuovo anno che non venga inaugurato con un rituale. Per chi intende consacrare il 2017 alla vita sana, c’è la pratica giapponese del forest bathing ovvero “essere in presenza di alberi” per ridurre lo stress e aumentare le difese immunitarie.

In cosa consiste il forest bathing?

In epoca moderna, lo statunitense Henry David Thoreau fu il primo filosofo a teorizzare i benefici psico-fisici del vivere nella natura nel suo celebre saggio del 1854 “Walden, ovvero Vita nei boschi”.

Allora, si trattava di semplici prescrizioni che oggi trovano, invece, un solido fondamento scientifico e una diretta applicazione nelle politiche pubbliche di diversi paesi al mondo, primo tra tutti il Giappone.

Nel 1982, infatti, il Ministero per le Politiche Forestali coniò la frase shinrin-yoku e promosse l’ars topiaria a terapia. Vivere la natura e apprezzarla in tutte le sue forme – ad esempio concedendosi un picnic all’ombra di ciliegi in fiore – è da sempre nel DNA dei giapponesi e parte degli insegnamenti essenziali dei maestri Zen, i quali si usavano chiedersi: “Se un albero cade nella foresta e nessuno lo intende, ha fatto un qualche rumore?”.

Per rispondere a questa domanda, i maestri non facevano nulla se non attendere l’illuminazione. Il forest bathing funziona più o meno allo stesso modo: non occorre fare grandi sforzi se non rilassarsi e impegnarsi a non fare nulla.

Dal 2004 al 2012, il governo di Tokyo ha speso 4 milioni di dollari nello studio degli effetti fisiologici e psicologici di questa pratica, disegnando 48 percorsi terapeutici basati sui risultati.

Lo studio del professor Qing Li

Qing Li, professore alla Scuola Medica Nipponica nella capitale, ha misurato l’attività delle cellule Natural Killer (NK) prima e dopo l’esposizione alle piante, cellule direttamente associate alla salute del sistema immunitario e alla prevenzione del cancro.

Uno studio condotto dallo stesso Li nel 2009 ha mostrato importanti incrementi nell’attività delle cellule NK nella settimana successiva all’esposizione e come gli effetti positivi durino fino a un mese dopo.

Ciò è dovuto principalmente alla presenza di vari oli essenziali, chiamati comunemente fitocidi, che si trovano nel legno, nelle piante e in alcuni frutti e verdure, che gli alberi emettono per proteggersi da germi e insetti.

Respirando a pieni polmoni nella natura, ci sentiamo meglio non solo perché immettiamo aria fresca e pulita, ma anche perché inaliamo fitocidi.

La disciplina dello shinrin-yoku si è diffusa anche in Italia prendendo nomi e forme diverse: percorsi esperienziali, camminate nei boschi e nelle riserve naturali o semplicemente pause giornaliere nei parchi cittadini.

E voi? Quanto tempo trascorrerete a stretto contatto con la natura?