Walter Bonatti, fotografie dei grandi spazi

Walter Bonatti, fotografie dei grandi spazi

Lo sapevate che uno dei più grandi “narratori” della montagna, giornalistici e fotografici, era italiano? Si chiamava Walter Bonatti e due mostre in Liguria lo celebrano come si deve.

Due mostre per raccontare l'alpinista e fotografo Walter Bonatti

Walter Bonatti è stato uno degli alpinisti-fotografi più importanti e rilevanti dell’intero novecento.

In questi giorni due mostre fotografiche – una nella sala espositive della Fondazione Carispezia a La Spezia e l’altra, a pochi chilometri di distanza, al Castello Doria di Porto Venere – danno l’occasione per ricordarlo e scoprirlo.

Le due mostre sono un racconto visivo, attraverso un insieme di immagini straordinarie stampate in grande formato: un’occasione per ripercorrere oltre 30 anni di viaggi alla scoperta dei luoghi più impervi della terra, raccontando la passione per l’avventura insieme alla straordinaria professionalità di un grande alpinista, esploratore e fotografo.

I record da alpinista

Nel 1951 Bonatti compie la sua prima grande impresa alpinistica: con Luciano Ghigo scala la parete est del Grand Capucin nel gruppo del Monte Bianco.

Nel 1954 Bonatti è il più giovane partecipante alla spedizione capitanata da Ardito Desio, che porterà Achille Compagnoni e Lino Lacedelli sulla cima del K2.

Nel 1955 scala in solitaria e per la prima volta assoluta il pilastro sud-ovest del Petit Dru, nel massiccio del Monte Bianco.

Nell’inverno del 1965 scala in solitaria la parete nord del Cervino, aprendo una nuova via. Questa è la sua ultima impresa di alpinista estremo.

L’attività da fotoreporter e giornalista

Successivamente si dedica all’esplorazione e all’avventura come inviato del settimanale Epoca, fino al 1979.

In questi anni si impone come uno dei più talentuosi fotoreporter dei luoghi più selvaggi del pianeta: un grande talento per la narrazione, l’amore per le sfide estreme e l’interesse per la fotografia come possibilità di testimoniare le sue esperienze e avventure, lo rendono un personaggio unico nel panorama giornalistico mondiale.

“Autoritratti ambientati”

Scrivono nell’introduzione del catalogo della mostra “Fotografia dei grandi spazi” i due curatori Alessandra Mauro e Angelo Ponta:

“A ogni viaggio, Bonatti partiva alla ricerca dei suoi ricordi letterari e dei suoi eroi, cercando di riviverne le avventure. Molte tra le sue folgoranti immagini sono grandiosi “autoritratti ambientati” e i paesaggi in cui si muove sono insieme luoghi di contemplazione e di scoperta. Bonatti si pone davanti e dietro l’obiettivo: in un modo del tutto originale è in grado di rappresentare la sua fatica e la gioia per una scoperta, ma al tempo stesso sa cogliere le geometrie e le vastità degli orizzonti che va esplorando.”

Le mostre

Le immagini di Walter Bonatti (morto nel 2011 a 81 anni e ora sepolto a Porto Venere) compongono un lungo, unico diario di viaggio dove, in una sequenza non cronologica (ma certamente non casuale) si intrecciano visioni e ricordi.

Le fotografie sono accompagnate da brevi note dello stesso autore, parole tratte dai suoi molti testi, da quelli apparsi sulla rivista Epoca negli anni dal 1965 al 1978, alle memorie dei suoi libri, ai resoconti delle conferenze tenute negli ultimi anni: notazioni con cui Bonatti illustra il senso e il valore delle sue tante avventure.

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