Fotografia digitale: come utilizzare al meglio l'HDR

 

Fotografia digitale: come utilizzare al meglio l'HDR

Chissà quante volte sul vostro smartphone avete visto la scritta l’HDR senza saperne il significato. Un fotografo professionista ci spiega che cos’è, quando e dove utilizzarlo e quando no.

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HDR, tre lettere che messe insieme costituiscono croce e delizia per gli appassionati di fotografia.

Il nostro coach sulla fotografia paesaggistica Paolo Camilli ci fa conoscere da vicino questa tecnologia, presente in gran parte dei nostri smartphone e fotocamere, ma di cui pochi conoscono le reali specificità, e ci spiega quando è consigliabile l’utilizzo e quando invece è meglio evitarlo.

Cos’è l’HDR?

HDR sta per High Dynamic Range Imaging e, come dice il nome, è una tecnologia che si propone di aggiungere più “gamma dinamica”, ovvero un miglior rapporto tra luce e buio alle fotografie. Per arrivare a far questo, il sistema HDR utilizza tre foto scattate in sequenza con livelli di esposizione diversi: un’immagine più buia (sottoesposta), un’immagine normale e un’immagine più luminosa (sovraesposta). Di queste tre foto vengono presi i dettagli migliori che vengono riuniti in un’unica foto elaborando il tutto digitalmente e in tempo reale, grazie ai moderni processori. Il risultato finale è qualcosa che dovrebbe apparire più simile a ciò che i nostri occhi vedono, piuttosto a ciò che vede e cattura la fotocamera in un singolo scatto.

Quando è consigliabile utilizzare l’HDR

Questa tecnologia va usata principalmente in condizioni di elevato contrasto, ad esempio con luci alte molto intense e ombre molto scure e quindi la fotocamera non è in grado di catturare l’intera gamma dei toni con una sola esposizione. Ecco tre casi pratici:

foto di paesaggi: quando il contrasto tra cielo e terra è troppo forte, l’HDR riesce a catturare il dettaglio di un cielo senza far apparire il terreno troppo scuro.

ritratti con molte luce del sole sul viso del soggetto: in queste condizione si possono creare ombre scure, bagliori luminosi e altre caratteristiche che rovinano la foto: qui l’HDR corregge dove necessario e rende il soggetto illuminato uniformemente.

ambienti con scarsa luce o riprese in controluce: se il soggetto è troppo scuro la scena sarà troppo retroilluminata – o addirittura buia – e lo scatto ottenuto rischia di essere brutto da vedere. L’HDR può illuminare il primo piano senza sovraesporre, e quindi illuminare eccessivamente, le parti già luminose della foto.

Quando è meglio non usare l’HDR

L’HDR non è il risolutore di tutti i problemi e, in molti casi, un suo utilizzo sconsiderato rischia di rendere le immagini peggiori dello scatto singolo. Ecco alcuni casi.

Foto che ritraggono movimento: se uno dei vostri soggetti si sta muovendo, l’HDR aumenta la possibilità di ottenere una foto sfocata. Questa tecnologia prende tre foto, quindi se il soggetto si muove tra il primo e il secondo scatto, l’immagine finale non sarà per niente bella.

Scene ad alto contrasto: a volte alcune foto hanno un aspetto migliore con un forte contrasto tra le parti chiare e scure della fotografia, come quando ad esempio si vogliono evidenziare un’ombra scura o una silhouette particolare. L’uso dell’HDR renderà questo scatto meno intenso, ottenendo una foto meno espressiva e più piatta.

Colori vivi: se la scena ha soggetti dai colori molto vivaci, questa tecnologia li può sfasare creando un effetto “colori brucianti” con rossi e verdi molto intensi e dal sapore molto artificiale. Ad esempio, se si fotografa un campo di fiori, meglio evitare l’HDR e giocate di esposizione per rendere l’effetto più naturale (il 90% delle foto HDR sbagliate riguarda dei fiori).

Nella fotografia comunque l’imperativo è provare e provare continuamente. Siete pronti a sperimentare l’uso del’HDR?