Tutela dei ghiacciai

Levissima per la protezione
dei ghiacciai italiani

Innalzamento delle temperature, surriscaldamento degli oceani, nevicate scarse: il cambiamento climatico sta trasformando il pianeta, ma i primi a risentirne sono proprio ghiacciai. Per questo Levissima, insieme all’Università degli Studi di Milano e alcuni esperti del settore, dal 2007 studia con impegno e passione lo stato della criosfera italiana. Un progetto di immenso valore, volto a raccogliere dati e informazioni utili non solo per la progettazione di strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, ma anche per la realizzazione del Nuovo Catasto
dei Ghiacciai Italiani.

Ghiacciaio dei Forni - Valtellina

Ghiacciaio dei Forni

Il ghiacciaio vallivo più grande d’Italia, situato sul versante lombardo del gruppo dell’Ortles-Cevedale, oggi frammentato in tre ghiacciai nettamente distinti. Il ghiacciaio dei Forni è un vero e proprio laboratorio a cielo aperto: sulla sua superficie l’Università Statale di Milano - UNIMI ha installato nel 2005 una stazione meteorologica permanente, seguita da una seconda stazione nel 2014 per il monitoraggio delle precipitazioni nevose. Grazie al contributo di Levissima, UNIMI ha realizzato diversi rilievi con drone a partire dal 2014 per monitorare lo “stato di salute” del ghiacciaio e la formazione di crepacci.

Ghiacciaio del Miage – Monte Bianco

Ghiacciaio del Miage

Situato nel gruppo del Monte Bianco, il Ghiacciaio del Miage è il più grande delle Alpi che può essere definito di tipo “himalayano”. È infatti formato da una stretta lingua che scende fra ripide pareti rocciose, è alimentato prevalentemente da valanghe ed è in gran parte ricoperto da detriti rocciosi che ne fanno anche il più grande ghiacciaio “nero” alpino. Questo detrito non solo riduce la fusione di ghiaccio (il Miage è uno dei ghiacciai italiani che scende a quote più basse), ma costituisce anche un rifugio per diverse comunità di animali e piante!

Ghiacciaio del Lys – Monte Rosa

Ghiacciaio del Lys

Il ghiacciaio del Lys scende dal versante valdostano del gruppo del Monte Rosa. Si tratta di uno dei ghiacciai alpini più studiati a partire dal ‘700, e la sua evoluzione lo rende uno dei ghiacciai più paradigmatici dei cambiamenti climatici in atto, con la riduzione della lunghezza, perdita di spessore, formazione di laghi di contatto alla fronte del ghiacciaio e soprattutto frammentazione in due-tre colate distinte separate dalla lingua valliva, ormai completamente ricoperta di detrito.

Ghiacciaio del Belvedere - Macugnana

Ghiacciaio del Belvedere

Questo ghiacciaio, che scende dal versante piemontese del Monte Rosa (valle di Macugnaga), è un altro grande ghiacciaio “nero” delle Alpi. Il ghiacciaio del Belvedere è noto anche per un episodio di surge (brusco aumento di velocità con incremento di spessore e di lunghezza) avvenuto nel 2001, con la successiva formazione di un lago glaciale che destava preoccupazione per la possibilità di improvviso svuotamento e che è stato drenato artificialmente. Ora il ghiacciaio è in fase di quiescenza.

Ghiacciaio Fellaria Orientale - Val Malenco

Ghiacciaio Fellaria Orientale

Splendido ghiacciaio ubicato nel gruppo del Bernina in Val Malenco, che scende con una lingua dall’altopiano glaciale del Fellaria. Attualmente la colata è frammentata in due settori, nettamente separati da una ripida parete rocciosa. L’arretramento del ghiacciaio ha provocato la formazione di un lago dove la fronte forma una falesia di ghiaccio dalla quale si distaccano innumerevoli iceberg.

Ghiacciaio della Sforzellina – Passo di Gavia

Ghiacciaio della Sforzellina

Piccolo ghiacciaio situato sul versante lombardo del gruppo dell’Ortles-Cevedale. È uno dei ghiacciai italiani con la più lunga serie di bilanci di massa, iniziata nel 1987. Il bilancio di massa è la misura annuale della variazione di spessore e di volume di un ghiacciaio ed è un importante strumento a disposizione dei glaciologici per capirne la reazione al cambiamento climatico.

Ghiacciaio del Careser

Ghiacciaio del Careser

Sul versante trentino del gruppo dell’Ortles-Cevedale, è il ghiacciaio Italiano con la più lunga serie di bilanci di massa, che sono proseguiti per oltre 50 anni, evidenziando una perdita di spessore superiore ai 50 m. Negli ultimi anni si è però frammentato in quattro placche. L’acqua di questo ghiacciaio alimenta uno dei più grandi laghi artificiali del Trentino utilizzato per produrre energia idroelettrica.

Ghiacciaio Adamello Madrone

Ghiacciaio dell’Adamello-Mandrone

È il ghiacciaio più esteso d’Italia, con una superficie di circa 14 km2, e uno dei pochi esempi alpini di ghiacciaio d’altipiano da cui si dipartono numerose lingue radiali. Anche il suo spessore massimo, che supera i 200 m, lo colloca al primo posto sulle Alpi italiane. La lingua principale, quella del Mandrone, scende verso il Trentino, mentre la maggior parte della superficie è situata in Lombardia. La fusione del ghiacciaio negli ultimi anni ha portato alla luce reperti della Grande Guerra come baraccamenti, abbigliamento, armi e oggetti personali appartenuti ai soldati, nonché resti umani.

Ghiacciaio della Marmolada - Dolomiti

Ghiacciaio della Marmolada

Collocato in massima parte in Trentino, il ghiacciaio della Marmolada  il più esteso apparato glaciale delle Dolomiti, ora in fase di intenso regresso. Anche la storia di questo ghiacciaio è legata alla Grande Guerra; ospitava infatti un tempo un complesso di gallerie realizzate dall’esercito austroungarico nel 1916. Le gallerie sono state cancellate dal continuo movimento del ghiacciaio e non è più possibile vederle oggi, ma reperti del terribile conflitto affiorano ancora oggi dal ghiacciaio in ritiro.

Ghiacciaio del Rutor - Valle D’Aosta

Ghiacciaio del Rutor

Con 8 km2 di superficie è il terzo ghiacciaio per estensione della Valle d’Aosta, prende il nome dalla vetta della Testa del Rutor (3416 m) che lo sovrasta. Il ghiacciaio del Rutor è un luogo privilegiato per osservare la fase di ritiro dei ghiacciai dalla Piccola età glaciale (1350-1850) ai giorni nostri, con le morene ben visibili a delimitare l’estensione passata del corpo glaciale. Il regresso glaciale portò alla luce frammenti di torbe la cui datazione dimostrò che per 4000 anni il ghiacciaio era meno esteso di oggi. Ai suoi piedi sono situati due laghi di origine glaciale, residui di un più vasto lago (Lago di Santa Margherita) che fra il 1400 e il 1800 con i suoi improvvisi svuotamenti, originava distruttive onde di piena.

Ghiacciaio del Calderone – Gran Sasso

Ghiacciaio del Calderone

Il Calderone, situato sul Gran Sasso in Abruzzo, è stato a lungo definito l’unico ghiacciaio appenninico ed uno dei ghiacciai più meridionali d’Europa. Ormai molto ridotto nelle dimensioni (circa 3 ha), è minacciato dall’aumento delle temperature che provocano la fusione del poco ghiaccio rimasto. Attualmente è costituito da due placche di ghiaccio a stento visibili, coperte da detrito, che ne fa un piccolo “ghiacciaio nero” e ne ha al contempo prolungato la sopravvivenza.