Fuckup Nights

Fuckup Nights

Sbarcano a Milano le FuckUp Nights, l’evento globale nato in Messico nel 2012 in cui gli imprenditori condividono con il pubblico le proprie storie di fallimento, per capire cosa è andato storto, esorcizzare la vergogna e fare tesoro di quello che si è imparato, sbagliando.

FuckUp Nights: storie di fallimenti

Raccontare i propri fallimenti, uno dietro l’altro. Raccontarli agli amici di sempre prima e poi, in piedi, davanti a perfetti sconosciuti. Raccontarli di città in città, di paese in paese, di continente in continente. Il più temibile degli incubi, penserete voi. Invece no!

Nella realtà si tratta di nuovo format entertainment che arriva dal Messico dove è nato nel 2012 in maniera del tutto casuale dall’abitudine di un gruppo di giovani amici di riunirsi una volta al mese per confidarsi ad alta voce i propri fallimenti.

Si chiamano “FuckUp Nights” e hanno come protagonisti imprenditori e imprenditrici che “condividono con il pubblico le proprie storie di fallimento, per capire cosa è andato storto, esorcizzare la vergogna e fare tesoro di quello che si è imparato, sbagliando”.

In Italia il format arriva per la prima volta nell’autunno del 2015 grazie all’iniziativa dello storico spazio di coworking milanese, Impact Hub, con replica alla Cascina Cuccagna dove è andata in scena una edizione speciale dedicata ai fallimenti dei creativi in occasione del Fuori Salone di quest’anno. Tra i protagonisti, Domenico Onorato, giovane drammaturgo partenopeo, e Caterina Perali, scrittrice e pubblicitaria di Treviso.

Il racconto di Domenico è tra tutti il più rivelatore. Diplomato alla Scuola di Teatro Paolo Grassi, Onorato tenta e ritenta di mettere in scena due spettacoli: Il baciamano di Manlio Santanelli e Hello Daddy, tratto dal libro omonimo di Rossi Marcelli Claudio. A causa di una serie continua di ostacoli burocratici, circostanze avverse e favoritismi all’italiana, Domenico va sempre più giù nei fallimenti, impara 5 o 6 lavori che svolge contemporaneamente per comprendere, infine, che “Il fallimento distrugge, ma il vuoto è spazio e quindi si può capire cosa si può mettere dentro. Portavo avanti un’idea per sedare le mie paure. Il fallimento mi ha aiutato a fare chiarezza e a sentirmi più libero”.

Caterina Perali, invece, di mestiere fa la producer per la pubblicità e ha cominciato a fallire con Inciucio Game, un social network da lei ideato e realizzato grazie al contributo di un’amica generosa. Alla base del progetto, il sogno di una comunità di single felici a tempo che cercano on-line l’opposto del loro tipo ideale. Inciucio Game non decolla e Caterina decide di dare libero sfogo alla sua creatività scrivendo un romanzo ambientato nel quartiere milanese di Isola durante gli anni della sua riqualificazione. Ci impiega 4 anni e mezzo a scriverlo. Tante email inviate in cerca di un agente letterario e giorni a ripetersi non sono capace, non ho talento, finché 13Lab, piccola casa editrice milanese, incontra Crepa e se ne innamora.

Per Caterina il fallimento è un humus e alla fine del racconto della sua personale catena di insuccessi dice: “Tu vali anche quando il mondo non ti riconosce”.

E voi, sareste disposti a raccontare i vostri fallimenti in pubblico?